DRIFTING DRAGONS. (Kutei Doragonzu - 2020)
(serie d'animazione)
Regia di: Tadahiro Yoshihira
Sceneggiatura di: Makoto Uezu
Basato sul manga di: Taku Kuwabara
Produzione: Polygon Pictures
Animazioni: Polygon Pictures
Edizione Italiana: Netflix
Episodi: 12 da 24' - 1 stagione
USCITA ITALIANA: 30 APRILE 2020
Il manga dell'autore e illustratore giapponese Taku Kuwabara, di cui ad oggi sono stati pubblicati otto volumi, arriva in anime grazie allo studio Polygon Pictures e a Netflix che lo porta pochi mesi dopo l'uscita in patria, in tutto il mondo.
Ambientato in un mondo a metà tra medievale e steampunk, racconta le avventure di una nave draghiera, la Quin Zaza, e del suo equipaggio. Se la terra è territorio degli esseri umani, il cielo è quello dei draghi, esseri alati di grandi dimensioni che, se catturati, sono una grande fonte di ricchezza non solo per la prelibata carne, ma anche per l'olio e altri prodotti che è possibile rivendere alle popolazioni della terra. Protagonisti principali sono alcuni dei più caratteristici personaggi dell'equipaggio come la giovane e inesperta Takita, la veterana e introversa Vannie, l'intrepido e ingordo Mika, il giovane e preciso Jiro e molti altri.
L'anime segue fedelmente le storie originali e, come queste, si concentrano tutte intorno ai singoli elementi dell'equipaggio, ognuno con le sue peculiari quanto uniche caratteristiche, e le azioni che li vedono sempre coinvolti insieme. La narrazione prende il via quando l'equipaggio è già tutto riunito e la nave è in azione a caccia di un drago, senza che ne sia precisato alcun momento storico. Lo sceneggiatore infatti presenta e descrive i personaggi contemporaneamente alle storie che loro stessi vivono, senza scendere troppo nei particolari del loro passato, anzi, senza menzionarlo affatto, escludendo l'utilizzo di flashback e lasciando al solo presente il compito maggiore.
Anche se lungo tutta la stagione ci sarà modo di fare la conoscenza con tutto l'equipaggio della nave, solo una decina di elementi si troveranno sotto i riflettori, e solo alcuni quasi omni-presenti in tutte le avventure. Una monotonia spezzata solo in alcuni episodi dall'arrivo di qualche nuovo elemento destinato comunque a non durare. Un progetto relativamente semplice, con una stesura molto lineare e quasi ripetitiva che fa perno esclusivamente sui personaggi umani, mentre i draghi menzionati già dal titolo non fungono neanche da antagonisti ne risultano mai un serio pericolo, anzi, nella quasi totalità risultano lenti e mai eccessivamente pericolosi, niente che una lancia di un metro e mezzo scagliata a mano può fermare.
La serie è realizzata quasi interamente con animazioni tridimensionali in computer grafica, opportunamente filtrate per un effetto finale quasi bidimensionale. L'impressione non è male e garantisce al regista dei movimenti di camera difficili da replicare con le più classiche tecniche di animazione. Quasi tutto il progetto ne giova, dagli scenari alle navi ai complessi draghi, anche se questi ultimi risultano tremendamente lenti, a differenza dell'immagine che il loro nome suscita. I personaggi infine risultano ben congeniati e caratterizzati, anche se anche loro soffrono di una certa legnosità nei movimenti in alcuni momenti. Le espressioni dei visi dei modelli CG non sono ancora di altissimo livello ma sicuramente un buon passo avanti rispetto ad altre produzioni simili.
L'opinione finale è quella di una serie che si lascia guardare piacevolmente. Un mix di azione e commedia diretta ad un ampio pubblico. Non ci sono colpi di scena ne intensità alcuna di emozioni lungo tutti gli episodi, ne un idea di fine o obbiettivo da raggiungere. L'inizio e la fine della stagione servono per porre la lente su alcuni dei protagonisti, e poco altro. Staremo a vedere se arriverà il via libera a nuove storie.
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(Kutei Doragonzu - 2020)
(serie d'animazione)
Regia di:
Tadahiro Yoshihira
Sceneggiatura di:
Makoto Uezu
Basato sul manga di:
Taku Kuwabara
Produzione:
Polygon Pictures
Animazioni:
Polygon Pictures
Edizione Italiana:
Netflix
Episodi:
12 da 24' - 1 stagione
USCITA ITALIANA: 30 APRILE 2020
Il manga dell'autore e illustratore giapponese Taku Kuwabara, di cui ad oggi sono stati pubblicati otto volumi, arriva in anime grazie allo studio Polygon Pictures e a Netflix che lo porta pochi mesi dopo l'uscita in patria, in tutto il mondo.
Ambientato in un mondo a metà tra medievale e steampunk, racconta le avventure di una nave draghiera, la Quin Zaza, e del suo equipaggio. Se la terra è territorio degli esseri umani, il cielo è quello dei draghi, esseri alati di grandi dimensioni che, se catturati, sono una grande fonte di ricchezza non solo per la prelibata carne, ma anche per l'olio e altri prodotti che è possibile rivendere alle popolazioni della terra. Protagonisti principali sono alcuni dei più caratteristici personaggi dell'equipaggio come la giovane e inesperta Takita, la veterana e introversa Vannie, l'intrepido e ingordo Mika, il giovane e preciso Jiro e molti altri.
L'anime segue fedelmente le storie originali e, come queste, si concentrano tutte intorno ai singoli elementi dell'equipaggio, ognuno con le sue peculiari quanto uniche caratteristiche, e le azioni che li vedono sempre coinvolti insieme. La narrazione prende il via quando l'equipaggio è già tutto riunito e la nave è in azione a caccia di un drago, senza che ne sia precisato alcun momento storico. Lo sceneggiatore infatti presenta e descrive i personaggi contemporaneamente alle storie che loro stessi vivono, senza scendere troppo nei particolari del loro passato, anzi, senza menzionarlo affatto, escludendo l'utilizzo di flashback e lasciando al solo presente il compito maggiore.
Anche se lungo tutta la stagione ci sarà modo di fare la conoscenza con tutto l'equipaggio della nave, solo una decina di elementi si troveranno sotto i riflettori, e solo alcuni quasi omni-presenti in tutte le avventure. Una monotonia spezzata solo in alcuni episodi dall'arrivo di qualche nuovo elemento destinato comunque a non durare. Un progetto relativamente semplice, con una stesura molto lineare e quasi ripetitiva che fa perno esclusivamente sui personaggi umani, mentre i draghi menzionati già dal titolo non fungono neanche da antagonisti ne risultano mai un serio pericolo, anzi, nella quasi totalità risultano lenti e mai eccessivamente pericolosi, niente che una lancia di un metro e mezzo scagliata a mano può fermare.
La serie è realizzata quasi interamente con animazioni tridimensionali in computer grafica, opportunamente filtrate per un effetto finale quasi bidimensionale. L'impressione non è male e garantisce al regista dei movimenti di camera difficili da replicare con le più classiche tecniche di animazione. Quasi tutto il progetto ne giova, dagli scenari alle navi ai complessi draghi, anche se questi ultimi risultano tremendamente lenti, a differenza dell'immagine che il loro nome suscita. I personaggi infine risultano ben congeniati e caratterizzati, anche se anche loro soffrono di una certa legnosità nei movimenti in alcuni momenti. Le espressioni dei visi dei modelli CG non sono ancora di altissimo livello ma sicuramente un buon passo avanti rispetto ad altre produzioni simili.
L'opinione finale è quella di una serie che si lascia guardare piacevolmente. Un mix di azione e commedia diretta ad un ampio pubblico. Non ci sono colpi di scena ne intensità alcuna di emozioni lungo tutti gli episodi, ne un idea di fine o obbiettivo da raggiungere. L'inizio e la fine della stagione servono per porre la lente su alcuni dei protagonisti, e poco altro. Staremo a vedere se arriverà il via libera a nuove storie.